domenica 20 dicembre 2009
domenica 18 ottobre 2009
Orto invernale
Finalmente anche se ormai fuori tempo massimo (e di parecchio anche) sabato abbiamo acquistato delle piantine e dei semi in busta per il nostro orto invernale. La vivaista ci ha spiegato che andrebbe fatto a rigore entro agosto. Dopo aver visto la mia faccia, ci ha rincuorati spiegandoci che se avessimo piantato e seminato al più presto in serra forse qualcosa a febbraio avremmo raccolto ("cavoli a febbraio????" le dico io, l'entusiasmo era già scemato, però il desiderio di aver della verdura fresca nell'orto era tanta) e tutto questo dovremmo farlo il prossimo sabato e prima di ciò, dovremmo ripulire il terreno dalle erbacce e smuoverlo un po’ anche solo con il rastrello. Il lavoro da farsi è parecchio ma in una giornata dovremmo cavarcela. Abbiamo acquistato: insalatina mista, radicchio, cavoli, broccoli e spinaci (non ci restava altro da piantare). La vivaista ci ha spiegato che dopo aver messo a dimora con del terriccio e del concime, possibilmente verso tarda mattinata perchè a quell'ora la terra fa tempo ad asciugarsi prima di sera, le piantine bisognèra comunque bagnarle. L'orto invernale necessita di meno attenzioni e soprattutto di molta meno acqua di quello estivo. Sarà bello vederlo prosperare (speriamo visto il ritardo), senza fare eccessiva fatica, il nostro primo orto invernale. E siamo anche curiosi di assaporarne i frutti. L'estate appena passata ha lasciato il segno sui nostri poveri alberi da frutto, il nostro caco che in genere in questo periodo splendeva di un arancio meraviglioso quest'anno è quasi privo di frutti. Confido nel nostro orticello.
(immagine)
mercoledì 7 ottobre 2009
Il farro
Esistono tre specie di farro. Il farro piccolo è quello di più antica coltivazione, con scarsa resa e i più alti costi di produzione poichè ogni spiga contiene una sola cariosside. Il farro medio o dicocco che ha una produttività maggiore ed è la specie più coltivata in Italia, sia oggi sia in epoca storica. Infine il farro spelta che deriva da un incrocio fra il farro dicocco e una graminacea selvatica, l'Aegilop squarrosa. Quest'ultimo, in Italia, è coltivato molto poco tanto che la gran parte di quello presente sulle nostre tavole è di importazione: dall'Europa Centrale, Orientale e dalla Francia.
La coltivazione del farro inizia con la semina fra la fine di ottobre e gli inizi di novembre, su un terreno ben arato leggermente pendente per evitare il ristagno delle acque, a un'altitudine che varia dai 300 agli 800 metri sul livello del mare. I primi germogli compaiono a febbraio e alla fine di luglio il farro è pronto per la mietitura. Può essere poi stivato in ben aerati depositi per circa tre mesi.
In commercio il farro si trova "decorticato" oppure "perlato". Il primo conserva la glumetta, il "vestito" del cereale, che è molto aderente al chicco ed è ricca di fibre. Mentre al secondo, che si presenta di un coloro molto più chiaro e cuoce in un tempo decisamente inferiore, è stata rimossa la glumetta attraverso un particolare processo di raffinazione con rulli cilindrici.
Farina, chicchi e fiocchi sono i tre ingredienti base della cucina a base di farro. Pasta, prodotti da forni, zuppe e minestre, insalate e ripieni sono i principali alimenti che si possono preparare. Con la farina di farro, ad esempio, si prepara un ottimo pane, per certi versi migliore di quello di farina integrale poichè a parità di fibre non ha il tipico sapore della crusca.
Il cereale è coltivato soprattutto in Toscana e quello proveniente dalla zona della Garfagnana ha anche ottenuto la certificazione di qualità "IGP" - Indicazione geografica protetta.
(fonte, immagine)
lunedì 5 ottobre 2009
Impressioni di ottobre
domenica 27 settembre 2009
Giardino in movimento - il Clèment pensiero
Nel Giardino in Movimento si agisce, ma poco e solo nel rispetto della dinamica delle varie specie e dei loro spostamenti. Ci sono delle erbe spontanee che muoiono dopo aver sparso i semi e riappaiono da altre parti a primavera, magari in una strada o in un prato dove di solito si cammina... Il Giardino in Movimento nasce dall'osservazione di queste specie vagabonde, che viaggiano di stagione in stagione, di generazione in generazione direi. Io di solito non le elimino, anche se crescono su un luogo di passaggio, preferisco rispettare il loro migrare e aspettare che completino il ciclo vitale. Si tratta di una scelta di gestione ecologica, dove il giardiniere lavora il più possibile "con" e non "contro" la vita...
venerdì 25 settembre 2009
Overshoot Day, da oggi inizia il debito di risorse della Terra
Oggi, 25 settembre, è l’Earth Overshoot Day2009. Significa che dal primo gennaio ad ora abbiamo già consumato tutte le risorse che la Terra può rigenerare in un intero anno. L’Earth Overshoot Day 2008 fu il 23 settembre. Significa che la situazione è migliorata un pochino: abbiamo ristretto leggermente i consumi e siamo riusciti a far durare due giorni in più le risorse rinnovabili. Credo che il pur modesto miglioramento sia dovuto alla recessione. Ma a che prezzo! Resta il fatto che, fino alla fine dell’anno, vivremo in “debito ecologico”. I nostri consumi ricadranno sulle spalle di chi dopo di noi abiterà la Terra. I calcoli a proposito di risorse rinnovabili del pianeta e tempo impiegato per consumarle sono tenuti da I calcoli sono di Global Footprint Network, l’associazione che misura l’impronta ecologica dei vari Paesi. Per mantenere a tempo indefinito l’attuale tenore di vita il genere umano avrebbe bisogno di una quantità di risorse rinnovabili pari a quella offerta da 1,4 Terre. Praticamente, ci servirebbe un pianeta aggiuntivo: che disgraziatamente non c’è. Il risultato è che stiamo abbondantemente intaccando risorse non rinnovabili. Tagliamo gli alberi più in fretta di quanto non possano crescere, peschiamo i pesci più in fretta di quanto essi riescano a riprodursi. Saccheggiamo la Terra: chi verrà dopo di noi rischia di trovarsi un pianeta spolpato come un torsolo di mela. Mi piace spendere una parola anche a proposito della disuguaglianza fra i consumi. Il saccheggio è dovuto alle abitudini dell’Occidente ricco e opulento: i Paesi del Sud del mondo pesano ben poco sul pianeta. Il “debito ecologico” del genere umano ha cominciato ad accumularsi a partire dal 1986, anno il cui l’Earth Overshoot Day è caduto il 31 dicembre. Ogni anno la data è arrivata un po’ prima, con l’eccezione di questo 2009. Su Global Footprint Network il 25 settembre è l’Earth Overshoot Day 2009
mercoledì 23 settembre 2009
Piano casa: Veneto a sostegno del settore edilizio e dell'edilizia sostenibile
Approvata la Legge n. 14 dell'08 luglio 2009 "Intervento regionale a sostegno del settore edilizio e per favorire l'utilizzo dell'edilizia sostenibile e modifiche alla legge regionale 12 luglio 2007, n. 16 in materia di barriere architettoniche", sul BUR n. 56 del 10/07/2009. Concesse cubature fino al 50% in più, e deroghe ai prg ma con rispetto delle distanze e dei centri storici. Basta permesso a costruire, sarà sufficiente la DIA. Il Veneto a favore dell'edilizia ma con criterio: no alla cementificazione, sì alla riqualificazione. Questo è l'obiettivo del Piano Casa regionale attuato con la Legge n. 14 dell'08 luglio scorso che prevede aumenti volumetrici per edifici residenziali e produttivi, ma nel rispetto del territorio e con premi per chi costruisce utilizzando la bioedilizia. Tra i punti salienti evidenziamo i seguenti: 1) Ampliamenti del 20% del volume su edifici esistenti residenziali o no a condizione che siano in aderenza rispetto al fabbricato esistente oppure utilizzando un corpo edilizio contiguo sempre già esistente. 2) Recupero dei sottetti, tranne che in centri storici e aree non edificabiliDemolizione e ricostruzione con aumenti fino al 40% per edifici costruiti prima del 1989 e fino al 50% se gli interventi sono oggetto di un piano attuativo. 3) Riduzione degli oneri al 60% ma solo per le prime case. 4) Per iniziare i lavori non servirà più il permesso a costruire ma sarà sostituito dalla DIA corredata di specifica documentazione. 5) Le richieste dovranno pervenire entro 24 mesi dall'entrata in vigore della legge regionale. 6) Gli interventi potranno essere realizzati anche in deroga ai piani regolatori e nel rispetto delle norme statali in materia di distanze. 7) I Comuni dovranno deliberare entro il 30 ottobre come e con quali limiti applicare la normativa; in caso contrario la legge potrà applicarsi ovunque nel territorio, ma solo per la prima casa e con esclusione dei centri storici o di edifici vincolati o in aree particolarmente delicate.
(necsi, immagine)
lunedì 21 settembre 2009
Civiltà nucleare: danni da radioattività trent’anni dopo
Primo trattore a colza in Italia
Mercoledì 23 alle 10.30 a ValleVecchia (Caorle-VE), nell'azienda pilota e dimostrativa di Veneto Agricoltura, avverrà la presentazione del primo trattore in Italia prodotto e commercializzato dalla Fendt che utilizza olio puro di colza come carburante.
L'olio di colza è carburante realmente "verde", ottenuto dalla spremitura del colza; non si tratta di un biodiesel, è un olio naturale, quindi biodegradabile, la cui combustione migliora notevolmente il bilancio dell'anidride carbonica rispetto ad altri combustibili, e può essere facilmente prodotto e utilizzato in azienda agricola.
Il Fendt "820 Vario greentec", è l'ultimo anello del progetto di filiera bioenergetica corta e chiusa sperimentata da Veneto Agricoltura nella sua azienda a ValleVecchia. Qui, lo scorso autunno, sono stati seminati 24 ettari di colza ed il raccolto ottenuto, dopo un semplice processo di spremitura a freddo e filtrazione dei semi raccolti, è diventato olio vegetale puro utilizzabile da questo nuovo trattore come carburante.
Rispetto ad altri combustibili come il gasolio o il biodiesel, l'olio vegetale può diventare una fonte energetica alternativa e diffusa localmente sul territorio rurale, poiché può essere prodotto direttamente dalla singola azienda agricola attraverso un processo di lavorazione semplice e che non comporta necessariamente un'organizzazione di tipo industriale.
Il trattore della Fendt con i suoi 205 CV di potenza massima e un serbatoio da 340 litri potrà soddisfare le esigenze e la mole di lavoro di una grande azienda agricola come ValleVecchia, rispettando innanzitutto l'ambiente e fungendo ovviamente da esempio per molte altre aziende che desiderano investire sull'innovazione sfruttando i benefici di una fonte di energia alternativa e biodegradabile, che taglia i costi e può pure diventare una fonte di reddito per le stesse aziende agricole.
domenica 20 settembre 2009
Fukuoka e l'agricoltura del non-fare
Masanobu Fukuoka è un microbiologo giapponese che sviluppò, già a partire dagli anni '40, un metodo definito "agricoltura naturale" o anche "agricoltura del non fare". Secondo Fukuoka, lo scopo vero dell’agricoltura non è far crescere i raccolti, ma la coltivazione e il perfezionamento degli esseri umani: una via di ricerca interiore. Per Fukuoka bastano 1000 mq a persona per arrivare all’autossufficienza alimentare, ma la cosa più importante è che la cura del proprio campo, armonizzandosi con i cicli della natura, nutre non solo il corpo, ma anche l'anima.
- non arare
- non diserbare
- non concimare
- non potare.
Anche uno dei lavori tipici – più estenuante un tempo, quando si faceva a mano, e più inquinante oggi a causa dell'uso dei diserbanti chimici – del contadino è quello di rimuovere le cosiddette "erbacce". Tutti hanno sempre pensato che le piante infestanti danneggiassero i raccolti. Ebbene Fukuoka fa notare che:
1) in natura le piante vivono e crescono insieme;
2) le radici delle erbe penetrano a fondo nel terreno smuovendolo e facendo entrare aria;
3) quando le erbe concludono il loro ciclo vitale, forniscono l'humus che permette ai microrganismi della biosfera di svilupparsi arricchendo e fertilizzando il terreno.
Tutto avviene da sé, per l'appunto l'agricoltura del non fare.
Il testo più famoso di Masanobu Fukuoka, tradotto anche in lingua italiana, è La Rivoluzione del Filo di Paglia.
(spiritualweb, foto)
Agricoltura naturale ....
venerdì 11 settembre 2009
L'odore del mattino
lunedì 7 settembre 2009
La transumanza
La parola transumanza è un vocabolo comune e stà ad indicare, lo spostamento del pastore e della sua mandria o greggi. La pratica ha radici storiche, partendo dal periodo pre-romano, fino ad arrivare ai giorni nostri. Dalle nostre parti in questo periodo si festeggia verso fine settembre con una manifestazione tra le più rinomate in Italia e copre un tragitto lungo 80 km. E' un bellissimo evento, però quando arriva alla fine del percorso, la mandria è sempre stremata.
Allarme Greenpeace per balene e delfini
Sono questi i dati che emergono dal rapporto di Greenpeace sull'area marina del mar Ligure, presentati a Roma, e frutto di una ricognizione effettuata a agosto 2008 a distanza di 16 anni dall'ultimo monitoraggio (nel 1992 le balenottere erano circa 900 e le stenelle comprese tra 15.000 e 42.000). A compromettere la zona sono stati, secondo l'associazione targata arcobaleno, l'inquinamento, il traffico, la pesca illegale e soprattutto la mancanza di un ente di gestione, nonchè la predisposizione di un piano di tutela.
Per quanto riguarda le stenelle il range di popolazione va da 5.000 a 21.000 esemplari, mentre per le balenottere l'avvistamento di un numero ridotto (soltanto un quarto rispetto alle attese) non ha consentito di effettuare una stima. I problemi individuati da Greenpeace nel santuario definito una scatola vuota senza regole e controlli riguardano l'inquinamento per una grave contaminazione da batteri fecali in alto mare, il traffico incontrollato con traghetti che corrono a 70 km/h, un'attività di "whale watching" svolta in modo pericoloso con aerei e motoscafi, il rumore che disturba i cetacei e la pesca illegale.
La richiesta di Greenpeace è di sottoporre il Santuario dei Cetacei ad un regime di tutela e gestione creando una grande riserva marina d'altura.
domenica 6 settembre 2009
Tempo di vendemmia
Kaohsiung World Stadium di Toyo Ito: energia pronta per l’uso
Toyo Ito ha realizzato uno stadio completamente autosufficiente dal punto di vista energetico: uno stadio con le forme sinuose di un fiume, che si alimenta da sé. Si trova a Taiwan. Il numero di pannelli solari di cui il Kaohsiung World Stadium è 8844. Si riescono così ad alimentare tutte le luci, gli impianti di condizionamento e gli apparecchi elettronici dello stadio. Da stadio a vera e propria centrale energetica. L’energia solare accumulata quando la struttura è chiusa al pubblico, in eccesso rispetto a quella necessaria allo stadio, viene venduta. Lo stadio riesce infatti a produrre, sfruttando la sola energia solare, più di un milione di KWh all’anno, evitando di immettere in ambiente oltre 600 tonnellate di anidride carbonica. Anche i materiali di cui l’imponente struttura è costituita, sono totalmente riciclabili.
(fonte)