lunedì 7 settembre 2009

Allarme Greenpeace per balene e delfini

Inquinamento, traffico e pesca illegale sembrano essere le cause della fuga di balene e altri mammiferi marini dal Santuario dei Cetacei presso il Mar Ligure. Nella famosa baia, ormai ridotta ad una vera e propria fogna a cielo aperto, le balenottere potrebbero essere diminuite del 75% e le stenelle (cetaceo appartenete alla famiglia dei delfini) del 50%.
Sono questi i dati che emergono dal rapporto di Greenpeace sull'area marina del mar Ligure, presentati a Roma, e frutto di una ricognizione effettuata a agosto 2008 a distanza di 16 anni dall'ultimo monitoraggio (nel 1992 le balenottere erano circa 900 e le stenelle comprese tra 15.000 e 42.000). A compromettere la zona sono stati, secondo l'associazione targata arcobaleno, l'inquinamento, il traffico, la pesca illegale e soprattutto la mancanza di un ente di gestione, nonchè la predisposizione di un piano di tutela.
Per quanto riguarda le stenelle il range di popolazione va da 5.000 a 21.000 esemplari, mentre per le balenottere l'avvistamento di un numero ridotto (soltanto un quarto rispetto alle attese) non ha consentito di effettuare una stima. I problemi individuati da Greenpeace nel santuario definito una scatola vuota senza regole e controlli riguardano l'inquinamento per una grave contaminazione da batteri fecali in alto mare, il traffico incontrollato con traghetti che corrono a 70 km/h, un'attività di "whale watching" svolta in modo pericoloso con aerei e motoscafi, il rumore che disturba i cetacei e la pesca illegale.
La richiesta di Greenpeace è di sottoporre il Santuario dei Cetacei ad un regime di tutela e gestione creando una grande riserva marina d'altura.

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